Studiare l’Inglese con i Film: Qualche Consiglio da Vedere
Studiare l’inglese con i film: ottima e stimolante idea. Già, ma quali film guardare? A quale accento è più opportuno abituare il nostro orecchio? Partiamo con una premessa che apparentemente c’entra poco o nulla: al mondo gli English speakers sono circa due miliardi, dei quali soltanto circa cinquecento milioni sono madrelingua. Di essi, soltanto circa sessanta milioni abitano le Isole Britanniche e di questi sessanta milioni soltanto una minoranza esigua usa la Received Pronunciation, l’accento che invece viene normalmente proposto sui testi scolastici, cd, dvd, ecc. sull’apprendimento dell’inglese.
Da questi pochi dati riceviamo già un’indicazione precisa: è bene allenarsi ad ascoltare diversi tipi di accento, in primis perché appunto al mondo avete solo una probabilità su quattro di imbattervi in un madrelingua. Peraltro il rapporto uno a quattro è destinato a diventare uno a cinque o uno a sei visto che milioni di studenti cinesi ogni anno iniziano a studiare l’inglese. In secondo luogo, perché anche tra i parlanti madrelingua stessi c’è grande eterogeneità dal punto di vista degli accenti.
Ecco perché, tornando all’argomento con il quale abbiamo iniziato – studiare l’inglese con i film – è importante uscire fuori dai confini del cinema britannico e orientarsi anche verso quello americano, ma non solo.
Qualche esempio concreto? Spostandoci in Sudafrica, un film recente e tra l’altro davvero piacevole e formativo è Invictus, di Clint Eastwood, con Morgan Freeman e Matt Damon nei panni di Nelson Mandela e di François Pienaar, capitano della squadra di rugby sudafricana e amico dello storico leader dei diritti umani scomparso poco tempo fa. Per quanto Freeman e Damon siano americani, nell’impersonare i due protagonisti del film si sforzano di imitarne gli accenti: l’inglese di Mandela, imparato a scuola e non dalla nascita, è influenzato dallo Xhosa, la lingua della popolazione alla quale apparteneva la sua famiglia. Quello di Pienaar, invece, risente dell’influenza dell’afrikaans, la lingua dei sudafricani bianchi di origine olandese.
Fu proprio in Sudafrica, tra l’altro, che iniziò il lungo percorso di Mohandas Karamchand Gandhi, che culminò con l’indipendenza dell’India nel 1947. Il film di Richard Attenborough che trae il titolo dal nome del padre spirituale dell’India contemporanea vede Ben Kingsley nei panni di un Gandhi educato allo University College London, il cui accento però rivela chiaramente i natali indiani.
Spostandoci negli USA, per avere un’idea dell’accento newyorchese, in particolare quello dei quartieri popolati dagli italiani emigrati negli Stati Uniti, la scelta è ampia, ma vede ai primi posti due capolavori di Martin Scorsese: Goodfellas (“Quei bravi ragazzi”) e Raging Bull (“Toro scatenato”).
Saltando di nuovo sull’aereo e tornando sulla nostra sponda dell’Atlantico, in particolare in Gran Bretagna, consiglio la visione di tre film: 1) Trainspotting, da guardare con i sottotitoli perché i protagonisti sono un gruppo di ragazzi di Glasgow, in Scozia, e dall’accento si sente molto bene! Tra l’altro, attenzione: alcune scene sono particolarmente forti; 2) e 3) Cass, storia di un capo hooligan della squadra londinese del West Ham e Lock, Stock & Two Smoking Barrels. Entrambi sono ambientati a Londra – e non certo dalle parti di Buckingham Palace, ma nei bassifondi – ed entrambi sono infarciti fino al midollo di espressioni Cockney: per capire di che cosa si tratta, leggete questo articolo… Studiare l’inglese con i film diventerà un passatempo piacevole e un’occasione di arricchimento culturale, perché ricordate che – scusate se mi ripeto – studiare una lingua vuol dire innanzitutto studiare una cultura. Stay tuned!