Inglese per Bambini: Intervista alla Neuroscienziata Sandra Aamodt

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Inglese per bambini: quali sono le azioni più efficaci per esporre  i bambini a una lingua straniera già nei primissimi anni di vita? Ne abbiamo discusso con la dottoressa Sandra Aamodt, neuroscienziata di fama internazionale già redattrice capo della rivista specializzata Nature Neuroscience e TED speaker, oltre che autrice e co-autrice di diversi importanti volumi nel campo, tra i quali Welcome to Your Child’s Brain: How the Mind Grows from Conception to College.

L’intervista ha avuto lo scopo – perseguito a livello più generale dal nostro blog – di abbattere diversi falsi luoghi comuni relativi all’apprendimento dell’inglese (particolarmente interessante la risposta relativa alla visione della tv in lingua straniera), esplorando invece possibilità applicabili nella vita quotidiana e risorse utili per un’acquisizione più spontanea.

 

Inglese per Bambini

Inglese per Bambini

In un’intervista a margine della recensione di un suo libro, lei afferma che esporre i bambini che non sono parlanti nativi di inglese alla lingua inglese tramite la televisione non è produttivo. Potrebbe indicarci allora altre opzioni più efficaci? Oppure l’unica alternativa è iscriverli a un asilo o scuola in cui la lingua parlata è l’inglese?

Bambini e neonati non imparano nuove lingue senza interazioni sociali, quindi non impareranno l’inglese dalla tv. Oltre alle scuole inglesi, i genitori potrebbero considerare l’idea di assumere uno studente madrelingua inglese che giochi con il bambino un paio d’ore alla settimana o addirittura offrirsi di guidare in giro per la città turisti parlanti nativi di inglese portando con sé il bambino. I bambini in età scolastica hanno maggiori probabilità di imparare dalla televisione, specialmente se hanno già un certo grado di conoscenza della lingua, ma per tutti i bambini (e anche per gli adulti) l’apprendimento risulterà più veloce e più completo all’interno di un ambiente in cui l’inglese è il solo mezzo per comunicare con altre persone.

 

Diversi bambini italiani sono già esposti a più di una lingua in casa: italiano e spagnolo, italiano e un dialetto arabo, italiano e serbo, italiano e albanese o italiano e dialetto regionale, ecc. Esporli a una terza lingua a un’età così precoce può causare confusione nel bambino? Mi riferisco, in particolare, a quelle coppie in Italia e non che si sono conosciute parlando inglese.

 

I bambini possono imparare diverse lingue contemporaneamente senza confondersi. Tuttavia, più lingue imparano, più lentamente acquisiranno ciascuna di esse. I risultati all’età di quattro anni sono di solito molto buoni nei bambini che imparano diverse lingue. Se due lingue si assomigliano e si possono facilmente confondere, ciascun genitore può aiutare i bambini parlando soltanto una lingua (per esempio, se padre e madre parlano friulano e italiano, il padre parlerà soltanto friulano e la madre soltanto italiano, ndr). Anche i bambini piccoli sono bravi a distinguere autonomamente  lingue che hanno suoni e ritmi diversi, come l’inglese e l’italiano.


 

Alcuni genitori – parlanti nativi di italiano e non di inglese – sebbene non siano madrelingua hanno comunque una buona padronanza dell’inglese. Pertanto, cercano di parlare inglese con i figli qui in Italia. Pensa che ciò possa funzionare o ritiene che il bambino potrebbe percepire tale contesto come “forzato” e quindi non arrivare ad acquisire l’inglese in modo efficace? E’ forse consigliabile che questi genitori aspettino che il bambino cresca e inizi il proprio percorso di apprendimento dell’inglese come lingua straniera?

 

I bambini possono imparare molto bene da parlanti non nativi. Dato che il resto delle persone nell’ambiente parlerà italiano, sarebbe quasi impossibile impedirgli di impararlo. Per questo motivo, l’approccio più efficace potrebbe essere quello di concentrarsi sul parlare inglese a casa. E’ quasi sempre consigliabile imparare una lingua al più presto, in quanto ciò dà come risultato un migliore accento e una migliore competenza grammaticale.

 

Di seguito il testo originale dell’intervista in lingua inglese. Appuntamento alle prossime puntate di inglese per bambini.

 

If exposing children – non-native speakers of English – to English through the tv is not effective, which alternatives could best work? Is an English-speaking school/kindergarten the only alternative?   (In this case I am obviously talking about an average Italian family where Italian is the parents’ only language)

 

Babies and toddlers do not learn new languages without social interactions, so they won’t pick up English from the television. In addition to English-speaking schools, parents might consider hiring an English-speaking student to play with the baby for a few hours a week or even offer to show English-speaking tourists around their city and bring the baby along. School-aged children are more likely to learn from television, especially if they already have some knowledge of the language, but for all children (and adults) learning will be fastest and most complete in an environment where English is the only way to communicate with other people.

 

Many Italian children are already exposed to more than one language at home  (i.e. Italian + Spanish, Italian + Arabic, Italian + Serbian/Albanian, or Italian + regional language, etc). Would it be confusing to expose the children to a 3rd language at a very young age? I am especially thinking about the families where the parents use English as a lingua franca.

 

Children can learn multiple languages at the same time without becoming confused, but the more languages they learn, the more slowly they will pick up each one. The outcome by age four is typically very good for children who learn many languages. If two languages sound similar and are easily confused, parents can help by speaking only one language per person. Even young children are good at distinguishing languages that have different sounds and rhythms, such as English and Italian, by themselves.

 

Some parents – native speakers of Italian, non-native speakers of English – though non-native yet have good command of English and try to speak it to their children here in Italy.  Do you think this can work or could the child perceive that this would be an ‘unnatural’ situation resulting in the child’s inefficient acquisition of English?  Should the parents wait for the child to grow up and embark on his/her own EFL learning path?

 

Children can learn well from non-native speakers. Because everyone else in the environment will be speaking Italian, it would be nearly impossible to prevent the children from learning it. For that reason, the most efficient approach might be to concentrate on speaking English at home. It is almost always better to learn a language at the youngest possible age, or at least before age seven, because that results in the best accent and grammar.

 

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