B2 di inglese: quanto tempo ci vuole?
Devo arrivare al livello B2 di inglese: quanto tempo ci vuole? Nella mia esperienza sia come docente sia come formatore di docenti, questa è una domanda molto frequente, la quale potrebbe essere peraltro applicata anche agli altri livelli (B1, C1, ecc.) del Quadro Comune Europeo di Riferimento.
Arrivare al B2: in quanto tempo? Non esiste una risposta uguale per tutti
Cerchiamo di rispondere attraverso un’analogia. Devo arrivare a New York: quanto tempo ci vuole? La risposta, come è logico dipende da diversi fattori. Il primo di essi è ovviamente: da dove parti? Perché se sei già alle porte di New York ci vorranno pochi minuti. Discorso ben diverso se il tuo punto di partenza è Milano o Londra. E poi, chiaramente, bisogna considerare il mezzo di trasporto. Viaggi in aereo o in nave?
Allo stesso modo, per capire quanto tempo ci vuole per arrivare al B2 di inglese bisogna innanzitutto considerare il proprio livello di partenza. Un principiante assoluto avrà necessità di un tempo più lungo rispetto a chi parte da un solido B1. E poi: quante ore settimanali si è disposti a investire nell’apprendimento dell’inglese? E per quale lasso di tempo?
Insomma, come si evince da queste semplici quanto fondamentali domande, non esiste una risposta uguale per tutti. Essa cambia, infatti, da persona a persona: età, livello di partenza, tempo a disposizione e – soprattutto! – motivazioni sono tutte delle variabili da prendere in considerazione.
Esempi concreti di studenti arrivati al B2
Per provare comunque a dare delle indicazioni, posso portare alcuni esempi concreti di studenti con cui ho lavorato. Userò ovviamente dei nomi fittizi.
Marco, un giovane di 25 anni da poco laureatosi in economia e commercio, è partito da un livello B1 già piuttosto solido, ha seguito una serie di lezioni one-to-one da un’ora ciascuna alla settimana per circa 5-6 mesi, al termine delle quali ha superato con successo un esame di certificazione di livello B2.
Alessandro, impiegato in un supermercato, ha iniziato a circa 30 anni un ciclo di lezioni one-to-one che ha frequentato per due anni, per un’ora alla settimana. Partiva da un livello A2 – quasi B1 – e ha superato con successo un esame di certificazione di livello B2.
Stefano, un ingegnere di 40 anni, partiva da un livello A2, nemmeno troppo consolidato. Nel giro di tre anni e mezzo, frequentando una lezione a settimana, è arrivato a un livello tale – B2 / C1 – da consentirgli di sostenere con successo un colloquio di lavoro, prima telefonico e successivamente face-to-face, con un’azienda irlandese, dove tuttora lavora con grande soddisfazione professionale.
Davide, impiegato di 35 anni nelle HR di una multinazionale con sede a Milano, ha iniziato da un livello A1 / A2 e, dopo circa 3 anni di lezioni one-to-one di un’ora alla settimana, è ora pronto per sostenere, con ottime possibilità di successo, un esame di certificazione di lingua inglese di livello B2 e mirare in seguito addirittura a un C1.
Come si vede, le tempistiche sono state diverse, in ragione del livello di partenza e anche degli impegni nella vita personale: uno studente, infatti, ha normalmente più tempo di studiare perché è in una fase della vita in cui imparare è il suo “lavoro”. Nel caso di un adulto che lavora full time, invece, trovare del tempo da dedicare all’apprendimento dell’inglese può essere più difficile e le tempistiche per raggiungere un B2 solido, se si parte da un livello A1 o A2, sono più lunghe.
Le motivazioni e l’importanza di avere un obiettivo
Ciò che accomuna questi quattro studenti, comunque, è un aspetto fondamentale: una forte motivazione.
Nel primo caso, essa era rappresentata dal desiderio di inserire nel proprio CV una valida competenza in lingua inglese, da usare come “freccia al proprio arco”.
Nel secondo caso, lo studente voleva approfondire lo studio dell’inglese in quanto interessato a viaggiare e a poter interagire con le persone incontrate durante i viaggi.
Negli altri due casi, il desiderio di apprendere l’inglese è scaturito da una combinazione di esigenze lavorative e di viaggio.
Infine, un ultimo elemento comune è rappresentato dal fatto di avere uno scopo chiaro verso il quale indirizzare gli sforzi di apprendimento: che l’obiettivo sia quello di sostenere un esame di certificazione o di essere pronti per un colloquio di lavoro, ciò che conta è, appunto, averlo un obiettivo. Esso è infatti la molla più efficace per migliorare costantemente e progredire.